venerdì 28 giugno 2013

IL Grande Giorno

Devo ammettere che anche io avevo la sensazione che  in quei giorni mi sarebbe arrivata la famiglia!
Il 3 giugno era un giorno come tanti altri...era un lunedì. Mi ricordo che ero partita da casa con mio padre in macchina come tutti i giorni anche se avrei potuto tranquillamente entrare un 'ora dopo perchè il giorno prima eravamo rientrati da Taizè con la scuola e quindi avevamo l'autorizzazione, però ero lo stesso partita all'orario solito perchè dovevo incontrarmi con alcune mie compagne Elisa, Ilaria, Carlotta, Sara, Maria Chiara e Elena che come me erano andate a Taizè. Avevamo organizzato di fare colazione fuori perchè ormai la scuola era quasi finita e il profumo dell'estate era già nell'aria. Perciò facemmo colazione tranquille e entrammo un' ora dopo. Mi ricordo che la prof era leggermente alterata perchè :a. noi eravamo entrate un 'ora dopo (anche se eravamo autorizzate!) b. una mia compagna di classe che doveva recuperare un compito in classe non c'era.
Che noiaaa! continuavo a pensare durante la lezione. Ero così annoiata che non facevo nulla per mascherarlo e non prendevo nemmeno appunti ; c'era una mia compagna di classe che, animata da amore sincero (la ammiro per questo!) per Dante aveva proposto alla prof di fare lei da prof per una volta e così ci stava spiegando il XVI canto dell'Inferno. Nonostante la sua bravura e il suo ardore a spiegare nessuno poverina la stava a sentire anche perchè tutti credevano che la prof di Italiano non ci avrebbe più interrogato. Mi ricordo che mi venne un colpo quando la prof a fine lezione disse: << Bene, venerdì faccio domande sul canto che ha spiegato Roberta, sul XXXIII e sulle due poesie di Petrarca>> " O cavolo! Sono nei casini! pensai e diventai ancora più triste e svogliata di quanto lo fossi prima.  Un breve giro per i corridoi nell'intervallo e poi in di nuovo in classe per la lezione di matematica. Non mi ricordo bene che cosa successe in quell'ora....mmh a quanto pare non ero molto attenta neache in quel momento! Oh si si ora ricordo...abbiamo fissato l'ultima verifica di matematica, il 7 giugno perchè il giorno in cui in teoria avremmo dovuto fare il compito in classe il prof era malato...e così dovevamo farci la verifica di mate il 7 quando ormai il cervello è già andato in vacanza e il prof lo sapeva benissimo perciò ci aveva dato la facoltà di accettare o no il voto che avremo preso. "Bene...posso mettere il mio cervello in modalità off.." pensai. Dopo Matematica ci furono 2 ore di Greco e Latino che non mi ricordo minimamente ...
Alle 12.50 suonò la campanella ma quasi tutta la mia classe restò nell'aula perchè subito dopo avevamo teatro. Dopo un quarto d'ora arrivò Giuse, il mio insegnante di teatro e incominciammo a provare le varie scene dello spettacolo di quest'anno: si chiama UN CUCCHIAIO DI VETRO e vuole essere una sorta di sveglia per ricordare alla gente quelle guerre che sono rimaste e rimangono dimenticate. Ci dividemmo in scene di movimento che uscirono a provare nei corridoi e recitati che restarono in aula. Io restai in aula anche se avevo una scena di movimento da provare: il tango argentino . E' una scena bellissima questa del tango: noi ballerine siamo mogli,sorelle e fidanzate di mariti,fratelli e fidanzati che sono "desasparesidos" e come consolazione al nostro dolore ci uniamo nella danza del tango. Molto profondo come significato.
Comunque quel giorno mi sembra che prima provai un pochino di tango e poi andai in aula a sentire i recitati e a farmi sentire recitare. Dopo un'ora circa finalmente toccò a me: il mio pezzo era su una ragazzina che durante la guerra rivive la distruzione della sua casa a causa di una bomba per mezzo del volo di una farfalla. Mi ricordo che appena iniziai a recitare cominciò a vibrare il mio cell sulla cattedra dove era seduto Giuse e lui allora mi interrupe e con voce divertita lesse il nome che appariva sullo schermo illuminato: Mamacito mio <3 . "Mamacito mio? Ma chi è,Ary?" e io: "O lascia stare è mio fratello...gli rispondo dopo!" e così ho continuato a recitare senza sospettare che quella chiamata mi avrebbe reso la persona più felice della terra.
Dopo che ebbi finito di recitare Giuse mi diede due direttive sul mio pezzo: voleva farmelo recitare in modo che sembrassi pazza e quindi dovevo urlare,fare espressioni strane, saltellare di qua e di là e fingere di volare... mmmh ok.
Dopo che ebbi ascoltato i suoi consigli Giuse uscì per ascoltare i musicisti del nostro pezzo di tango mentre io rimasi sola nell'aula. Così richiamai mio fratello.Mi rispose una voce gioiosa che mi diede la notizia più bella che avrei mai potuto desiderare: Aryyyyyyyy!Hai la famigliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!! e poi mi passò mia madre: Aryyyyy!!Hai la famigliaaaaaaa! "Oddio,Oddioooooooo!" pensai mentre il cuore mi martellava nel petto. " Perchè non hanno chiamato sul mio cellulare?oddio oddio..." risposi a mia madre emozionatissima e con una voglia matta di urlare di felicità. " Hanno provato ma dicevano che non riuscivano a chiamarti sul tuo cell e che eri irraggiungible...." rispose mia madre.
"oddio oddio dove vado ?" chiesi impaziente.
"In TEXASSSSSSSSS!"

mercoledì 19 giugno 2013

When you stop looking it will come.

3/06/2013
When you stop looking it will come.
Good things come to those who wait.
Questa è l'unica cosa che ho capito della vita.
Le cose belle accadono quando meno te lo aspetti. A me è sempre accaduto così.
E' da quando sono tornata dal seminario WEP a Voghera (13-14/04 /2013) che "waitto" impaziente l'agognata chiamata della WEP che mi annunciava la famiglia. E' da circa 2 mesi che continuavo a fissare insistentemente con sguardo supplichevole lo schermo del cellulare sperando sempre che si illumini con il numero con il prefisso di Torino. Mi ricordo che i primi giorni ero proprio fissata,un po' pazza anche: passavo le mie giornate seduta alla scrivania a fissare il cellulare con la segreta speranza che fosse quello il Grande Giorno, Il Giorno in cui mi avrebbero chiamato per dirmi la famiglia. Perciò  impostavo la mia canzone preferita del momento (Suddenly I see di KT Tunstall) come suoneria e la mettevo a tutto volume e buttavo continuamente lo sguardo sullo schermo del cellulare a ogni minimo rumore sospetto. Non so cosa avrei dato per sentire trillare il telefono,rispondere e poi sentire la voce di Serena della WEP che mi diceva:" Ciao Arianna, ti abbiamo trovato la famiglia!" e avrei sentito il cuore martellarmi nel petto,e poi mi sarei messa a urlare,piangere,ridere e saltare di gioia come una matta per la felicità.
 Non so cosa avrebbero pensato i vicini...
Poi sarei corsa per strada e lo avrei detto a tutti: alla parrucchiera, al lattaio, al panettiere,al mio prete e pure al vecchio falegname...
Ma i giorni passavano lenti e interminabili  senza che io ricevessi la famiglia e la mia ansia e il mio terrore aumentavo di giorno in giorno:Oddio ma perché non mi hanno ancora scelto? Oddio sarà perché ho scritto che non sono sportiva? Oddio forse perché ho scritto che sono cristiana...Mi facevo mille paronoie e ogni giorno che passava segnavo sul mio calendario di New York una piccola letterina con il trattopen azzurro: <<W?!>> cioè <<Where Will I go?>>
Stavo facendo diventare  matti tutti con questa storia. Parlavo sempre della mia attesa angosciosa per la famiglia americana con tutti . Faranno santa la mia amica Sara Picci per avermi sopportato...lei era l'unica che mi incoraggiava a avere speranza .. Ma era davvero frustrante quando la gente mi chiedeva: <<Dove vai?In America? wao,che bello! Dove di preciso>>
E io con un sorriso forzato davo sempre la stessa risposta: << Non lo so ancora!>>
A forza di aspettare stavo diventando un po' troppo ossessionata e me ne resi conto qualche settimana fa quando mi venne quasi un infarto: erano le 18.30 di sera circa  e io stavo studiando annoiata filosofia quando all'improvviso il mio cell si illuminò  e sullo schermo apparve un numero sconosciuto. Io risposi curiosa e una voce mi disse: <<Arianna?>> <<Sii?>> risposi con il cuore che mi martellava nel petto. << Ciao sono Serena. Ti chiamo per dirti...>> Oddio. Oddio. " E' Serena della  WEP che mi chiama per dirmi la famigliaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!" pensai con il cuore che scoppia di felicità. <<che la tua amica Mara  ti ha regalato un trattamento viso per Herba Life>> e il  mio  cuore sprofondò nello sconforto. Oddio stavo per svenire dalla delusione!
Nutrivo dentro di me la segreta convinzione che la WEP mi avrebbe chiamato nei momenti  o più strani o più difficili: prima della verifica di fisica, a Grosseto per il concorso di teatro, a Taizè.
Ero piuttosto triste ma qualche settimana fa  la mia amica Sara Picci , forse mossa dalla compassione di vedermi così disperata di non aver ancora ricevuto la famiglia, mi fece una predizione: <<Allora io dico che tu riceverai la famiglia la prima settimana di Giugno sono sicurissima!
Mamma e papà con una figlia della nostra età e un'altra exchange portoricana
Grande casa con giardino cittadina vicino alle cascate del Niagara e scuola a dieci minuti da casa
Ecco